Elezioni, ma senza elettori. Così si prospettano le consultazioni eccezionali, previste domenica 23 aprile nelle quattro municipalità del Kosovo settentrionale a maggioranza serba: Mitrovica, Zubin Potok, Leposavić e Zvečan. Nelle ultime due, oltre al sindaco, vanno rinnovati anche i rispettivi consigli comunali.
Domenica 2 aprile gli elettori bulgari saranno chiamati alle urne per eleggere un nuovo parlamento. Un esercizio di democrazia che però sembra aver stancato la maggioranza dei cittadini, anche perché si tratta delle quinte elezioni anticipate nell'arco di appena due anni.
Dopo un incontro-fiume, durato più di dodici ore e facilitato dall’UE, sabato scorso Serbia e Kosovo hanno raggiunto ad Ohrid, in Macedonia del nord, un accordo verbale su come procedere sulla via della normalizzazione dei rapporti reciproci.
La Serbia sospenderà l’emissione di targhe automobilistiche che fanno rifermento a città che si trovano in Kosovo. Il Kosovo, a sua volta, rinuncerà all’annunciata intenzione di multare i proprietari dei veicoli con targa serba che non hanno proceduto alla re-immatricolazione dei veicoli.
“I trafficanti [di persone] hanno dichiarato guerra alla Bulgaria, e noi risponderemo con ogni mezzo a nostra disposizione”. Con questa dura presa di posizione Ivan Demerdzhiev, ministro degli Interni nell’attuale governo tecnico bulgaro, ha commentato l’incidente che giovedì scorso ha portato alla morte di due agenti di polizia a Burgas, sulla costa del mar Nero.
Col terzo round di consultazioni con le forze politiche, annunciato per oggi dal presidente bulgaro Rumen Radev, va in scena l’ultimo tentativo di salvare l’attuale parlamento ed evitare nuove, ennesime elezioni anticipate, dopo che a giugno l’esecutivo riformista del premier Kiril Petkov era stato affossato da divisioni nella compagine di governo sfociate in un voto di sfiducia il 22 dello stesso mese.
“Eravamo a Dečani. Al di là di un'ampia distesa di terreno coltivato ci apparve una valle lunga e stretta del tipo che ricorda le Highlands e, sullo sfondo, un gruppo di montagne che lasciava intravedere altre montagne dalle cime innevate, certamente situate a molti chilometri di distanza, ben oltre il confine albanese”.
Librarsi nel cielo, leggeri come gli uccelli, circondati solo dal silenzio e accarezzati dal vento. Uno dei sogni più antichi dell'uomo, oggi è realtà per gli appassionati di sport dell'aria, tra cui il parapendio, il mezzo di volo libero più semplice e leggero esistente.
Settembre 1923: il Partito comunista bulgaro scatena una rivolta contro il governo di Aleksandar Tsankov, entrato in carica a luglio grazie al colpo di stato militare che ha messo fine al governo degli agrari ed alla vita del loro leader storico, Aleksandar Stamboliyski.
Secondo le guide locali, sarebbe l'unico deserto sul suolo europeo. Sono le dune di sabbia dorata di Limnos, situate nel nord dell'isola greca, a pochi chilometri del villaggio di Katalakkos ed alle spalle della suggestiva spiaggia di Gomati, amata e frequentata soprattutto da kite-surfers e turisti innamorati di solitudine e silenzio.
Giornalista, vive a Sofia e lavora per Osservatorio Balcani e Caucaso dal 2006. Instancabile viaggiatore, collabora con varie testate italiane e internazionali. Twitta @fmartino_obc